Non chiedermi perché faccio paracadutismo, chiediti perché tu non lo fai.
Chiedimi perché, quando il resto mi sta stretto, l’unica via è il cielo.
Chiedimelo.
– Perché?
Perché in volo non puoi sprecare fiato per parole inutili, lo devi conservare per l’essenziale e il resto è silenzio.
Perché l’unico peso è il paracadute, non c’è peso per il cuore.
Perché tutti, se lo desiderano, possono farlo, solo un passo dietro l’altro.
Perché sei con persone che trovano ancora un momento per salutarti e augurarti felicità prima di lasciare l’aereo.
Perché non ci sono orpelli: ci sei tu e c’è il tuo corpo che devi custodire e curare.
C’è il cielo con i suoi umori.
Puoi scherzare con le nuvole, il vento e … anche la pioggia o la notte.
Devi fare molta attenzione e tornare a quello stadio primitivo in cui la natura e i suoi movimenti erano parte della tua vita, parte integrante del tuo quotidiano.
Non puoi snobbare il flusso dell’aria: ti tira per la manica, ti chiede di sentirlo, di studiarlo, di essergli presente.
In aria puoi e devi essere presente a te stesso, senza distrazioni.
Forse è per questo che, sopra una certa quota, telefonini e internet non funzionano … è la natura che ti dice:
“Lascia stare, lascia stare il superfluo.
Stai con gli amici.
Stai con te stesso.
Non ti serve nient’altro”.